sabato 23 giugno 2012

Charlie non fa surf. O si?

Ho scoperto che giugno non è proprio il mio mese fortunato.
L'anno scorso mi sono rotta una costola (una bella frattura scomposta) che mi ha inchiodato sulla poltrona dell'IKEA per 30 giorni.
Quest'anno la varicella:: ben 20 giorni in casa. Un'ottima prospettiva.
Inchiodata in casa per non sconvolgere il mondo esterno con il mio volto deturpato, ho passato innumerevoli ore sull'impagabile sedia dell'IKEA [di nuovo] e ho passato in rassegna tutto il palinsesto di La7 (unica rete che ancora guardo) e i canali per i film in digitale (TUTTI).
Ok non proprio così grossa ma sempre eroe disilluso.
Bene, a giugno, in Italia, la TV chiude, sì, come le scuole. E mette in loop milioni di repliche su programmi di cucina, e film. Vecchi.
Ad esempio l'altra sera, ho potuto vedere, Apocalipse now (1979, F.F. Coppola).
Ok, forse l'unica 30enne a non averlo ancora visto. Ma che ci volete fare, sono una neofita.
Un film che dopo ho fatto fatica ad addormentarmi, talmente mi è piaciuto, perchè ti ripassi in una specie di esaltazione tutte le scene che ti hanno colpito di più. 
Tipo queste.
Il capitano Kilgore è il mio preferito in assoluto. L'unico a poter dire una frase come questa.



La cosa che mi sono chiesta nelle mie elucubrazioni notturne ripassando la scena è stata: ma i Baustelle quando hanno scritto la loro più famosa canzone pensavano a questa scena? E quindi il loro Charlie era l'America surfista? Quindi la canzone demenziale against emo dei Baustelle, in realtà è una acuta critica anti-USA come nelle migliori tradizioni cospirazionistiche e di propaganda sovversiva?
Davvero, davvero, i Baustelle potrebbero arrivare a tanto? O è solo una citazione quasi involontaria come sostiene l'autorevole wikipedia?

 Lascio a voi l'interrogativo, mentre cerco ulteriori prove che sostengano la mia ipotesi.
O tempora, o mores!

1 commento:

  1. ecco risolto l'arcano, c'è più di quanto pensassimo:

    Charlie, l’adolescente cantato dai Baustelle è un ritratto di una giovinezza sbandata tra droga, ribellione senza causa a un mondo “di grandi e di preti”.
    Charlie è anche una citazione alla scultura di Maurizio Cattelan, che i milanesi ricorderanno per le statue dei bambini impiccati che avevano fatto scandalo qualche anno fa.
    Questo Charlie non è impiccato come i suoi “colleghi” ma bensì “ha le mani inchiodate”.
    La scultura di Cattalan è intitolata “Charlie don’t surf”.
    Il Charlie di Cattalan è a sua volta una citazione del film Apocalypse Now: Il tenente colonnello Kilgore, in seguito all’epica scena dell’attacco aviotrasportato sulle note della cavalcata delle valchirie, pronuncerà la memorabile frase “Charlie non fa il Surf”.
    Chi è Charlie in questo caso? Charlie è l’abbreviazione di Victor Charlie che nell’alfabeto fonetico NATO sta per VC, ovvero l’acronimo di Viet Cong.
    Charlie quindi nel contesto di Apocalypse Now rappresenta il nemico che appunto, a differenza dei soldati americani, non apprezza le fantastiche onde del delta del Mekong e quindi, secondo Kilgore non merita di occupare il villaggio sulle sue sponde.
    La frase “Charlie don’t surf” ha ispirato anche i Clash per una loro canzone nell’album “Sandinista”
    Charlie don’t surf and we think he should
    Charlie don’t surf and you know that it ain’t no good
    Charlie don’t surf for his hamburger mama
    Charlie’s gonna be a napalm star
    e non è finita qui: “charlie don’t surf” è citato anche come titolo per diverse missioni in diversi videogiochi, soprattutto bellici, in particolare quando si ha a che fare con un attacco aereo: call of duty 4 è un esempio e qui puoi vedere un video della missione.
    Addirittura si pensa che l'origine del termine derivi dall'arresto di Charles Manson, il quale non poteva più "fare surf" (con "fare surf" in gergo si intendeva "fare uso di droghe" e Charlie nel Bronx significa cocaina)...

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