martedì 26 giugno 2012

Manoscritto trovato in una bottiglia


Oggi, una bottiglia incrostata di conchiglie è stata vista galleggiare accanto alla prora. Il nostromo l'ha fatta raccogliere e me l'ha fatta trovare accanto alla pancetta della colazione. Mi son sentito di concederli una razione extra di rum per il gesto.
All'interno, ben arrotolato e protetto da un foglio di tela cerata, ho rinvenuto un manoscritto. Una nereide deve aver voluto rispondere alle domande su come si debba vivere, domande che negli ultimi giorni mi tormentano mentre dal castello di poppa guardo la scia della mia nave allungarsi all'orizzonte.
Eccolo:
Dunque

se non è di tuo gradimento hai 3 possibilità:
1. Ucciderti, perchè con la tua disposizione d'animo, qualunque cosa tu faccia, arriveresti comunque a non reggere il contatto prolungato con questo mondo;
2. Adattarti e diventare un automa;
3. Cercare la tua strada, e trovare un modo per non sprecare quelle 4 cellule che moriranno entro pochi decenni.

Immagino che in testa tu preferisca il punto 3. Giusto?

Il punto 3 però va messo in pratica, oltre che predicato, e i modus operandi per attuare questo punto 3 sono i seguenti:

a) mettere un coltello tra i denti, una fascia col sole giapponese in fronte, cacciare un urlo ed iniziare ad abbattere di forza tutti gli ostacoli come una furia cieca, correndo come un ossesso verso la tua meta.
controindicazioni: ti ritrovi a disidratarti perchè non hai pensato a procurarti l'acqua, visto che chi la vende ti sta sul cazzo e l'hai abbattuto con un calcio volante;
b) metterti una tunica e una barba finta, sederti su una nuvola e giocare a fare dio, decidendo autonomamente chi è degno di te e chi no, cercando di arrivare al tuo obiettivo con la sola convinizione che sei l'unico al mondo degno di meritare qualcosa.
controindicazioni: arrivi a non saper più cosa fare, perchè nessuno ti serve... come dover aggiustare un auto ed aver svuotato la cassetta degli attrezzi. Inoltre cadi per terra, perchè la nuvola in effetti è una nuvola, e non essendo tu dio, essa non regge il tuo peso;
c) cospargerti di cacca per puzzare talmente tanto da far credere a tutti di valere poco, ma così poco che tutti saranno costretti ad apprezzare la tua sincerità tanto da aprirti un varco verso la tua meta.
controindicazioni: puzzi, e la gente si sposta in tutte le direzioni senza aiutarti a segnare una precisa via, e ti perdi nel dispiacere di puzzare. Anche se hai deciso da solo di puzzare. Perdi il punto, e non arrivi all'obiettivo.
d) ti metti un paio di corna, una coda a lancia, ti pitturi di rosso e ti metti dentro a un cerchio di fuoco: decidi che la gente stupida è quella che ti serve, puoi usarla per circuirla ed arrivare dove vuoi tu.
controindicazioni: siccome inganni, la gente, che è stupida, crede che tu sia colui che risolverà i loro problemi, menti così bene da trovarti sotto ai piedi una corte di inetti. Solo che invece di servirti allo scopo, non serve a un cazzo perchè è scema. Eppure, siccome tu gliel'hai promesso, continua a pretendere il tuo ascolto. Rislutato: energie a 0 e perdita dell'obiettivo.
e) Buttare a mare il baule dei travestimenti, delle armi e di tutto il resto, sostituire il giudizio con la curiosità, nutrire il proprio corpo e la propria mente autonomamente a prescindere dalle persone che camminano con noi, prendere atto di tutte le differenze, di tutte le brutture, della bellezza, dello schifo e dell'estasi, e camminando, mentre le incontri, attraversarle per quelle che sono. Niente al mondo può uccidere la tua serenità a meno che tu glielo permetta. Arriverai all'obiettivo sereno, non troppo stanco, non arrabbiato, e ricco, ricchissimo di informazioni e di insegnamenti. Avrai camminato verso un sentiero irto quanto gli altri, pieno di persone quanto gli altri, ma ci sei arrivato intero e ricco dentro. Ogni persona, anche la più infima, avrà potuto insegnarti qualcosa.
controindicazioni: nessuna (metodo giusto, a grandi linee le dritte del buddha, la cosa più facile da fare ma che fa, chissà perchè, più paura.)
 
Darò anche un nome a questi metodi:
a) il metodo del Guerriero
b) il metodo di Dio
c) il metodo del Verme
d) il metodo del Serpente
e) il metodo dell'Uomo

Forse verme è brutto. Anche serpente. Facciamo così:
a. Guerriero
b. Dio
c. Fango
d. Diavolo
e. Uomo

Ecco.
Ora ho finito

La bottiglia ora è nel mio baule, ma il manoscritto rimane sul mio tavolo. Devo leggerlo ancora e ancora.
E riflettere.

sabato 23 giugno 2012

Charlie non fa surf. O si?

Ho scoperto che giugno non è proprio il mio mese fortunato.
L'anno scorso mi sono rotta una costola (una bella frattura scomposta) che mi ha inchiodato sulla poltrona dell'IKEA per 30 giorni.
Quest'anno la varicella:: ben 20 giorni in casa. Un'ottima prospettiva.
Inchiodata in casa per non sconvolgere il mondo esterno con il mio volto deturpato, ho passato innumerevoli ore sull'impagabile sedia dell'IKEA [di nuovo] e ho passato in rassegna tutto il palinsesto di La7 (unica rete che ancora guardo) e i canali per i film in digitale (TUTTI).
Ok non proprio così grossa ma sempre eroe disilluso.
Bene, a giugno, in Italia, la TV chiude, sì, come le scuole. E mette in loop milioni di repliche su programmi di cucina, e film. Vecchi.
Ad esempio l'altra sera, ho potuto vedere, Apocalipse now (1979, F.F. Coppola).
Ok, forse l'unica 30enne a non averlo ancora visto. Ma che ci volete fare, sono una neofita.
Un film che dopo ho fatto fatica ad addormentarmi, talmente mi è piaciuto, perchè ti ripassi in una specie di esaltazione tutte le scene che ti hanno colpito di più. 
Tipo queste.
Il capitano Kilgore è il mio preferito in assoluto. L'unico a poter dire una frase come questa.



La cosa che mi sono chiesta nelle mie elucubrazioni notturne ripassando la scena è stata: ma i Baustelle quando hanno scritto la loro più famosa canzone pensavano a questa scena? E quindi il loro Charlie era l'America surfista? Quindi la canzone demenziale against emo dei Baustelle, in realtà è una acuta critica anti-USA come nelle migliori tradizioni cospirazionistiche e di propaganda sovversiva?
Davvero, davvero, i Baustelle potrebbero arrivare a tanto? O è solo una citazione quasi involontaria come sostiene l'autorevole wikipedia?

 Lascio a voi l'interrogativo, mentre cerco ulteriori prove che sostengano la mia ipotesi.
O tempora, o mores!

martedì 19 giugno 2012

il pepe della vita

Fa caldo. Finalmente. Ho sognato per nove lunghi mesi invernali questo momento, gioendo dei piccoli sprazzi di sole ad aprile, e sperando che continuasse (invece no poi c'e stato un maggio freddo e piovoso maledetto Nord).
Ma questa settimana ci siamo, il caldo, quello vero è arrivato nella sua magnificenza.
Lo so per certo, il mio termometro galileiano ha tutte le palle a terra, il che significa che in casa in questo momento ho una temperatura maggiore dei 28°C leggermente alleggerita da una leggera brezza tipo phon.

Il mio termometro di Galileo con le palle a terra,
Con questo caldo non c'è cosa più bella che vivere in Italia. L'Italia è stretta e lunga e per questo variegata. L'Italia è ricca di ogni ben di madre Terra. Non dico per esagerare, dico sul serio. 

L'Italia è un coacervo di tradizioni, musica, storia, cultura. Mare, montagna, pianura.
Ma soprattutto cibi.
Siamo famosi in tutto il mondo mille mila varietà di frutta e verdura, dal pomodoro originario (quello giallo, da dove appunto nasce il nome "pomo"-"d'oro") al cavolo di sticazzi a frattale.

E' questo ben di madre Terra che ci permette di ridurre drasticamente (davvero drasticamente) l'enorme quantitativo di carne che gli uomini moderni adorano mangiare in tutte le loro forme nei lunghi freddi e solitari inverni.

Non sono vegeterariana, ma mangio la carne circa una volta a settimana. E ormai ho dichiarato guerra aperta ai mangiatori di carne alla boia.

L'ultima singolar tenzone giocata a suon di piatti, si è svolta la settimana scorsa, dove, seppur in convalescenza, ho dimostrato che si può non mangiare carne, e stare bene, per anche 4 giorni alla settimana.

Il conflitto si è aperto con una spesa di almeno tre vaschette di carne rossa da parte di mia madre, accompagnate da prosciutto cotto, pancetta, coppa, ovviamente al suon di "ma mica il prosciutto è carne". No, è cellulosa lavorata per somigliare a una coscia rosata salata e stagionata un anno.

Smaltiti gli ingenti quantitativi di carne, ho preso di nuovo dominio della cucina, prima che il mio fegato ed intestino si rivoltassero.
per voi incalliti seguaci della carne a tutti i costi, qualche idea per pranzi o cene SENZA CARNE

  • melanzane, in tutte le loro forme. fritte, al forno, al vapore, arrostite, e condite nei più svariati modi. con pomodoro e mozzarella (e se proprio vi sentite deboli con un uovo) per una parmigiana, oppure per degli involtini oppure per un semplice carpaccio di melanzane alla menta
  • lo zatziki, fresco facile buono. è yogurt greco, mi ringrazierete per la vostra mobilità intestinale rinvigorita
  • humburgher di ceci. speziati con curry o zenzero (io preferisco il secondo) e una bella insalata, o anche una porcheriosa spalmata di ketchup o senape, dentro un bel semidolce
  • polpette di lenticchie, buonissime fritte tipo falafel, ma anche al forno hanno un loro perchè. magari con del riso integrale e una fritturina di peperoni e porri
  • cartoccio di zucchine e pomodori, con formaggio cremoso e fontina
  • le zucchine, sono le escort della cucina, stanno bene con tutti e le trovate sempre le potete fare anche a parmiggiana, oppure a strati con le patate tagliate sottili e fare un bel timballino, oppure ripiene di quel che avete
  • le patate, un gateau di patate vegetale, con in mezzo del radicchio o delle zucchine o del pomodoro e tanto parmiggiano
  • e cosa dire delle insalatine miste? con le mele i pinoli e l'uva passa...
  • e poi c'è il sempre presente cavolo verza per involtini magari con del riso dentro o anche per una corroborante torta salata con del gorgonzola e del grano saraceno
  • i pomodori e i peperoni ripieni...
devo davvero continuare?

L'ospite inatteso o bisogno di piacere

[Un post che sa di già detto. Forse solo perché macero queste idee da anni]
Stamane ho aperto gli occhi nella mia cabina, e non ero più solo.
Mi sono raggiunto.
Per quanto lontano sia andato, alla fine mi sono trovato.
Gli uomini e le donne: ho un amico che non si è mai fatto abbindolare. Il vecchio luogo comune della bella donna che, solo per il fatto di esser tale, ammorbidisce l'interlocutore maschio e ottiene una considerazione diversa, con lui si è sempre infranto. La stupidità è sempre venuta per prima, il bel faccino poi. L'ho sempre stimato per questo.
Io purtroppo non ho un piglio così netto.
E tante volte in passato ho tollerato idiozie da persone che fossero state meno gradevoli a vedersi si sarebbero viste trattare con la loro giusta dose di disprezzo*.
Ora ho dovuto riconoscerlo anche a me stesso: io devo piacere a chi ritengo piacevole. A tutte.
Uno smodato bisogno di essere approvato dal giudizio di persone carine (ma che spesso non stimo perché sono appunto solo quello, carine).
Facendo interviews per la mia PI, ho dovuto esaminare una ragazza scozzese, bionda, triatleta, occhi azzurri e viso perfetto. E dentro, il vuoto.  
Stroncarla mi è costato fatica. L'ho stroncata, ma il punto è che mi rendo conto avesse avuto un aspetto diverso, l'avrei fatto molto più facilmente.
E allora ti chiedi perché:
perché ogni volta che una ragazza ti dice che è fidanzata, senti un moto di stizza? 
perché in questo nuovo mondo hai conosciuto quattro uomini e quindici donne?
E soprattutto, perché hai il bisogno di piacergli? Loro non ti piacciono, non in quel senso. Non te le porteresti in cabina, non le vorresti attorno quando sei da solo, non ti interessa passare del tempo con loro. Però vorresti che loro lo volessero. Nonostante tutto.
Questa maledetta sindrome da harem, da dove diavolo ti arriva? Come possa sentirmi tanto pieno di me e al contempo bisognoso di  conferme altrui, non lo so. Ad un altro mio compagno ho sempre rimproverato di essere amico di tutti, e di considerare tutti suoi amici. Anche gli stronzi. Eppure, io, pur non amando un sacco di persone, non ho mai avuto vere e proprie inimicizie o faide**. Non ho mai (metaforicamente o meno) sputato in faccia ad un nemico***. A differenza del mio compagno, non trovavo tutti simpatici, ma mi erano indifferenti. Forse perché se ti metti a sputare, ti sputeranno indietro. E questo comprometterebbe l'illusione di essere perfetto e mi farebbe rileggere tutto me stesso sotto luce diversa. 
Sana, sana rabbia verso la gente io non la provo.
E tutto è molto morbido verso gli sconosciuti, molto invitante. Trasformista e camaleonte, per dire quello che si pensa abbiano voglia di sentire, per rendere piacevole la mia persona. E di conseguenza, celarla totalmente.
Lo vedo sempre più. La domanda è: sempre più perché è in aumento, o perché sto imparando a notarlo?
Analizzando poi il problema ad un livello più ipotetico: il bisogno di conferme mina alla base qualunque rapporto che voglia essere paritario. Poiché io, come i liquidi, prenderò la forma che troverò, e non mostrerò mai davvero i miei spigoli, le mie ruvidità; non perseguirò i miei desideri e le mie esigenze. Non si va molto lontano.
Chi mi conosce davvero? Pochi. Troppo pochi.
Dunque, mi sono raggiunto, e mi sono portato in regalo il mio vecchio bagaglio di insicurezza e di insofferenza.
Ora resta da vedere come mi accolglierò.

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* e questo è niente. Quando voglio attorcigliare davvero le frasi, poi mi ci perdo pure io.
**o quasi. Forse una. Ma comunque niente rabbia. 
***In un manoscritto trovato in un a bottiglia, una mia amica enuncia quatto approcci verso gli altri. Lo posterò, poiché non sono sani, e ne devo prendere le distanze.


 

domenica 10 giugno 2012

Io non sono un italiano medio. Dimostrazione matematica.

In questo peregrino viaggio da Sud a Nord nella puntiforme entità del popolo italiano mi sono imbattuta in un concetto a me ostile: l'italiano medio.

Il fatto è che per il 80% di italiani che hanno ricevuto la scuola dell'obbligo il concetto di media è quello che intuitivamente tutti capiscono e ricordano [1].
E poichè tutti pensano di averlo capito pensano che parlare di italiano medio sia un bene.
OrrORe e raccapriccio.
Vi svelerò con una dimostrazione razionale perchè l'italiano medio è il male da sconfiggere, il modello da osteggiare, il precursore della fine del nostro popolo, una delle piaghe d'Italia.
(ok sono epica e altisonante ma qui comando io).
Adesso cliccate qui, la colonna sonora ideale via accompagnerá in questa epifania.

La formula matematica della media è di per se un concetto banalissimo. misuri un dato evento n volte, sommi i valori e dividi il totale per il tuo n. otterrai un valore che rappresenta il valore piú frequente tra quelli che hai misurato. Tutto ciò esclude, matematicamente l'evento raro, il caso anomalo. escludi in natura il nano malefico o il genio ribelle, che vanno fuori dalla media.
In gergo statistocazzico la media appiattisce e livella. Quindi perchè tu ti accorga di una differenza ci vuole un cambiamento macroscopico. è in questa definizione che si insinua il male dell'italiano medio.

In sostanza quello che determina le caratteristiche dell'italiano medio è la frequenza, elevata, di determinati eventi, che incidono malignamente sulla media. Vi descrivo quelli più frequenti, quelli che vanno a rovinare le nostre caratteristiche socio-demografiche.

La maggioranza degli italiani guarda la televisione. Tanta televisione. La accendono appena entrano in casa, per non sentirsi soli, molti l'accendono mentre vanno in altre stanze così per avere rumore intorno.
Una vastissima percentuale di italiani guarda le reti del servizio nazionale RAI, e a latere le reti MEDIASET, salvo poi rinnegarlo all'aperitivo mangia e bevi. Le altre reti non esistono.

Al 90% degli italiani di tutte le età piace lamentarsi. In continuazione, e per tutto. Prima si lamentava al bar, agli angoli delle strade, facendo comizi. Ora lo fa su facebook. Non è ancora del tutto arrivato a twitter, figuriamoci poi su G+. E' una lamentatio non petita, ma anche senza scopo, anche perchè alla fine non conclude, non investe, non ci mette la faccia.

All'80% delle persone sta bene il detto "è bello fare il frocio con il culo degli altri". Se non fosse che molti ancora fanno un pò le smorfie a vedere due omosessuali che si baciano, persino nei film, e appoggiano chi dice "meglio con le minorenni che con i gay".

La media dei libri letti dagli italiani è di 1 libro all'anno. All'inizio facevo fatica a crederci. Poi parlando in spiaggia scopri che durante l'anno non si legge, si legge solo in vacanza. L'ultimo di Fabio Volo. Mi chiedo come andrà adesso che con i tablet e le promozioni flat UMTS tutti saranno connessi h24 anche su facebook.

Come ineluttabile conseguenza, la stragrande maggioranza degli italiani è tendenzialmente ignorante, ha un vocabolario ridottissimo, salvo poi arricchirlo con vari intercalari, dalla volgare parolaccia, al sempre verde "cioè".

Se questi sono gli eventi più frequenti, questi saranno anche quelli che incideranno sui valori medi di ogni evento, l'italiano medio potrebbe averne uno o più di uno di questi fattori, che si possono manifestare anche in contemporanea.
L'italiano medio visto così è un ciclope, con la vista rovinata dalla TV e internet, quindi un ciclope miope.

Si salvi chi può.


[1] Dielle L. et al 2012