mercoledì 11 dicembre 2013

Viaggio in Svizzera


Dopo 3 mesi trascorsi nella patria degli orologi (a cucù) e del cioccolato è d'uopo una riflessione sul soggetto svizzero. E' vero che non ho avuto occasione di conoscerne molti; nell'ambiente che frequento c'è di tutto tranne gli svizzeri. Ma ho avuto alcune esperienze di prima mano e altre di seconda.
Forse era Churchill a dire che l'idea che ti fai di una città nei primi 15 giorni potrà cambiare nel tempo, ma sarà la stessa che avrai dopo 15 anni. Insomma, la prima impressione è spesso quella giusta e questo vale anche per le persone. E quindi, udite udite: tutti gli stereotipi sono assolutamente corretti.


Ne citerò uno in questo post: lo svizzero è quadrato. 
Ma non come un blocco di cioccolato, come una roccia di 30 metri per 10 di marmo di Carrara.  Esempio di prima mano: scontro con l'autorità svizzera. 
Antefatto: qui il parcheggio è come oro liquido. Uno pensa, mica vado a Manhattan, vado in una città tutto sommato piccola e piena di caprette che fanno ciao. Vuoi che non ci sia un parcheggio a strisce bianche? No, non c'è. Ma neanche uno. Ci sono a pagamento. Perchè un'altra regola ferrea che si impara subito è che qui si paga per tutto. Cambi indirizzo e devi aggiornare il permesso di soggiorno? E vai con 45 franchi. Perdi un cucchiaio dell'appartamento che ti hanno affittato? Lo rimborsi. Vuoi la TV? Paga il canone (si anche qui, uno pensava di liberarsene... e lo paghi anche se non hai la TV. Del resto hai di certo un PC). Vuoi iscriverti al club degli amici del falco pellegrino e della passera scopaiola per fare nuove conoscenze? 90 franchi all'anno. Eccetera, ecc... Ma tutto sommato ha senso. Le tasse sono basse, i servizi sono davvero buoni.
Quindi garage pubblico mensile: 190 franconi al mese. Posso lasciare l'auto per tre mesi e quindi decido di rinnovarlo mese per mese non avendo ancora un'idea precisa rispetto all'area in cui mi trasferirò nel breve periodo. Il primo rinnovo tutto bene. Al secondo la macchina dà un errore. Forse la carta è smagnetizzata o qualcosa del genere, penso. 
Sapete quel tasto che c'è nelle macchine automatiche, con la I di informazioni o per chiedere aiuto? Quello che se lo premi in Italia emana scariche elettrostatiche per 5 minuti prima di micro-esplodere o ti fa sentire la voce lontana di uno che risponde da Caserta mentre mangia l'impepata di cozze?
Ecco, quello. Lo premo. Risponde una voce alla quale spiego brevemente il misfatto e mi dicono che qualcuno arriverà in 5 minuti. Dopo 5 minuti è arrivato qualcuno davvero. Se non hai colto l'ultima frase, rileggila.
Comunque, salta fuori che il rinnovo della carta si può fare sì per 3 mesi, ma il numero di rinnovi è al massimo 1, quindi valeva la pena rinnovarlo direttamente per la durata di 2 mesi (a saperlo...). E dove sta scritto, chiedo io sinceramente curioso di capire come avevo potuto perdere un'informazione del genere. E qui lo svizzero che è in lui replica: è la regola. MA LA REGOLA DI CHI???? E lì mi immagino mentre prendo l'auto, sfondo la barra del parcheggio e facendo il dito grido: è questa la mia regola!!!!!!! (Nella versione deluxe glielo grido in tedesco svizzero.)
Con grande savoir faire chiedo: e quindi cosa dovrei fare adesso? E lui, con altrettanto savoir faire prende la mia tessera, la inserisce e mi mostra l'ammontare da pagare per uscire, pari a circa 20 giorni di parcheggio, ovvero più o meno 500 franchi. Naturalmente simulo uno svenimento, una collega mi fa riprendere coi sali e dico: beh, magari prima di pagare questa cifra parlo con qualcuno dell'ufficio. E lui, serafico come l'angelo della morte: ok, questo è il numero. Comunque in ufficio ci sono io. 

Seguono giorni in cui penso a piani alternativi alla Arsenio Lupin assieme ai colleghi. Ma ogni volta che un'idea sembra geniale, dopo 5 minuti emerge la non fattibilità per un qualche motivo. Morale: questi bastardi di svizzeri i parcheggi li costruiscono bene e non c'è verso di uscire fregandoli. E quindi, si. Ho pagato.
L'idea di chiamare l'ufficio per chiedere altri chiarimenti e magari un rimborso mi tenta ancora. Ma questa è la differenza tra me e loro. Piuttosto che vivere tutto lo sbattimento per un ipotetico, parziale, sudato rimborso, pago 'sti franchi e vaffanculo. Io sono italiano.

PS: lo so, alcuni italiani hanno la mentalità del parcheggio svizzero e intenterebbero una causa alla municipalità tutta. Ma sono pochi e sicuramente sono parenti di Gugliemo Tell. Altra eccezione sono i napoletani. Loro avrebbero trovato un modo per uscire dal parcheggio.
L'ozioso