mercoledì 18 aprile 2012

Tutti a bordo

Allora leviamoli, questi ormeggi. E facciamo rotta a Nord.

Un Nord non necessariamente geografico, quanto simbolico. Uno zenith che sia meta per un’ascesa sulla mappa virtuale della nostra vita e che sia conforto durante i marosi e le bonacce che il vascello affronterà nel compierla.

Ma più importante ancora, leviamo gli ormeggi perché non è più tempo di galleggiare indolenti nelle acque chete della cala: e’ ora di gonfiare le vele, di scrostare lo scafo da mitili e conchiglie, di sentire la spuma salata sulle labbra e il cigolio di sartìe e fasciame mentre la barra vibra come viva tra le nostre mani.
Leviàmoli, perché possiamo essere Ulisse o don Abbondio, e se il primo è stato scaraventato all'inferno per aver superato le Colonne mentre il secondo nella sua vigliaccheria è tra i pochi per cui i Promessi Sposi ha un lieto fine (Sciascia), Ulisse è ciò che don Abbondio non sarà mai: un uomo libero.
Salpiamo allora, spinti dalla necessità di vedere il nostro porto e il profilo familiare della costa rimpicciolire alle nostre spalle fino a svanire oltre la curva dell’orizzonte, e di guardare oltre la prora per scoprire se la nostra Terra abbia o no un orlo oltre il quale non si può andare.

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